Cari figlioli miei, anche oggi vengo in mezzo a voi per accogliere i vostri cuori che si sono addormentati. Come la natura si risveglia, vi esorto a risvegliare la vostra fede affinché non appassisca.
Mio figlio mi manda in mezzo a voi, affinchè con la mia consolazione voi rifioriate a nuova vita; non rimanete a guardare il cielo, ma vi esorto a guardare dentro di voi.
E’ tempo di agire, è tempo di ritornare a Dio.
Pregate figli miei, affinché lo Spirito consolatore possa agire su ognuno di voi e rivelarvi i piani di Dio.
Pregate, pregate affinché con la mia venuta in mezzo a voi, io possa guidarvi ed aiutarvi a percorrere le orme che mio Figlio ha tracciato per ciascuno di voi. Deponete ai piedi di mio figlio tutto ciò che non vi permette di vivere la pace, confidate in lui e sarete raggianti.
Lui viene a rialzare coloro che sono caduti.
E’ tempo di grazia, è tempo di dire il vostro sì e rinunciare al peccato, perché molti sono coloro che vivono senza la sua grazia e si lasciano sedurre dal male.
Pregate, pregate, pregate.
Pregate per i miei pastori, pregate per la pace nel mondo.
Vi ringrazio per la vostra presenza.
Commento
- “Come la natura si risveglia”
Come il Medio Evo l’ha capito bene, esiste una dolce analogia tra la natura e il mondo soprannaturale. Sono delle stagioni dell’anima. “Ecco, l’inverno è passato, cessata è la pioggia, se n’è andata. Riappaiono i fiori sulla terra…” (Cn 2/11). Dopo tanti autori, san Giovanni della Croce ha commentato questo brano ed altri simili. Nel suo commento della Strofa 17 del Cantico spirituale allude l’Austro, vento caldo che risveglia gli amori, al contrario della Tramontana, vento freddo di morte.
Ahimè! Oggi, non si tratta di cose tante elevate, ma d’anime addormentate, vicine alla morte spirituale … - “Affinché con la mia consolazione voi rifioriate a nuova vita”
La “Vergine dei Pellegrini” si presenta ogni tanto come la “Vergine della Consolazione” e questo tema riviene senza tregua nei messaggi dati a Lello. Oggi numerose persone di buona volontà sono prese da situazioni senza uscita.
I pastori non debbono legare pesi opprimenti sul dorso delle pecorelle (Mt 23/4). Tante anime hanno bisogno d’essere rinfrancate, consolate. Nella Storia della Chiesa, il Cielo interviene spesso per brontolare, minacciare, come alla Salette. Oggi, Maria viene a consolare i Pellegrini di Maria. Dovremmo risentirne tanta gioia! - “Non rimanete a guardare il cielo”
Questa frase potrebbe stupirci ampiamente. Effettivamente è scritto: “Cercate le cose di lassù dove è il Cristo, assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra…” (Col 3/1-2).
Pero, le cose della terra e del cielo sono piene di paradossi e d’antinomie, come lo vediamo nel Vangelo.
La misteriosa frase di questo messaggio accenna l’inizio degli Atti egli Apostoli: “Uomini di Galilea, perché ve ne state guardando verso il cielo?” (At 1/11). Esiste una maniera inadeguata di guardare verso il Cielo. Marx ne ha fatto la critica. Se pensiamo che “guardare verso il Cielo” risiede nel dimenticare i fratelli, il dovere di stato, siamo illusi.
Qui, Maria invita a non evadersi nella ricerca del meraviglioso, a fare un esame di coscienza per rettificare ciò che non va bene nella vita morale e spirituale: “ma vi esorto a guardare dentro di voi. E’ tempo di agire, è tempo di ritornare a Dio”. - “Aiutarvi a percorrere le orme che mio Figlio ha tracciato per ciascuno di voi”
Le scienze umane ci darebbero a credere che tutto sia frutto “del caso e della necessità”, che Dio sia assente dal mondo. Infatti, Dio si preoccupa di ciascuno. Ciascuno ha un nome unico, una vocazione unica, una missione unica e ciò è programmato dal Cielo e dagli angeli. Lo crediamo, senza per tanto credere a una Predestinazione rigida che non lascerebbe nessun posto alla creatività. - “Molti sono coloro che vivono senza la sua grazia”
Maria parla qui molto pacificamente. Tuttavia abbiamo il diritto di vedere ciò che si nasconde dietro le parole.
Bianca di Castiglia insegnava al suo figlio san Luigi che preferirebbe vederlo morto piuttosto che costatare in lui un peccato mortale. Peccato mortale? La parola è spaventosa e ha, in realtà, terrificato i più anziani tra noi.
Giacché, “essere nello stato di peccato” significa essere spiritualmente morto e perdere la vita eterna.
Ciò fa raccapricciare. Viviamo nella fiducia ma anche nel “santo timore” perché sta scritto: “Con timore e tremore lavorate alla vostra salvezza” (Fl 2/12); “È spaventoso cadere nelle mani del Dio vivente!” (Hb 10/31).
Il messaggio si rivolge « all’umanità », ma può capitare anche a fervidi “Pellegrini di Maria” di vivere in questo stato. Siamo tutti concerniti, io il primo: “Chi crede di star dritto, guardi di non cadere” (1 Co 10/12).
Padre M.F.